Mosaico staccato - L'Odighitria di Calatamauro

Museo Regionale - Mosaico staccato - Odighitria di Calatamauro
  • Soggetto: Madonna con Bambino detta l'Odigitria di Calatamauro
  • Materia e tecnica: mosaico staccato
  • Misure: pannello cm 105x106 - frammento cm 82x50
  • Cronologia: fine secolo XII
  • Collocazione: Galleria Regionale di Palazzo Abatellis - Palermo (Palermo)
  • Provenienza: Calatamauro
Museo Regionale - Mosaico staccato - Odighitria di Calatamauro, particolareMuseo Regionale - Mosaico staccato - Odighitria di Calatamauro, particolare

Descrizione

Sono sostanzialmente due ed alquanto divergenti le linee interpretative proposte rispettivamente da Lazarev e Demus relativamente al mosaico di Calatamauro, oggi conservato nella Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo: il primo ne sostiene una realizzazione influenzata dalle tendenze dell’arte comnena e la data intorno alla prima metà del XIII secolo; per il secondo invece l’opera è di stretta osservanza paleologa, “an excellent example of Constantinopolitan art of about 1300”.

Questa diatriba, sulla quale potrebbe apparire ozioso insistere, in verità risponde non soltanto ad esigenze di natura filologica ma anche storica in quanto direttamente collegata alla presenza di numerose pitture bizantine nella Sicilia post-normanna nei riguardi delle quali l'Odigitria di Palermo viene ad assumere la funzione di ineludibile termine di riferimento.

Ancorché frammentaria, l’opera mostra, lungo i margini superiore e inferiore, la presenza dei resti della cornice, caratterizzata dal motivo della scacchiera bicolore formata da tessere lapidee bianche e di pasta vitrea rosse, rassicurando sul fatto che l'altezza del brano superstite è integra e corrisponde a quella originaria così che, una volta integrata mentalmente la superficie musiva in base ai tagli che le figure hanno subito particolarmente lungo i lati, non sarà difficile riconoscerne una misura sostanzialmente non diversa da quella primitiva.

Sussistono, pertanto, bastevoli motivazioni per ritenere che, malgrado l’assenza di fonti che lo descrivano prima dello stacco, il mosaico doveva avere un assetto di pannello isolato, coerentemente con la natura iconica del soggetto.

Dal punto di vista compositivo il gruppo è molto bilanciato, con i contorni ben delineati e con una gamma cromatica non ampia ma che sfrutta sapientemente tutte le gradazioni tonali, dando vita a sfumature di chiaro impatto visivo, come accade negli incarnati: il volto della Madonna, per esempio, è stato realizzato utilizzando cinque diverse tonalità, dalla più chiara, usata in corrispondenza delle zone illuminate, a quella più calda e pastosa che marca la gota, fino al rosa chiaro adoperato per le labbra e per il setto nasale.

Le tessere utilizzate per il fondo oro e per le vesti hanno generalmente forma quadrangolare o rettangolare, ma cambiano forma nel disegno delle parti nude e dei volti assumendo dimensioni quanto mai varie, addirittura filiformi in certi particolari.

La loro disposizione segue un andamento orizzontale nel fondo oro e concentrico nelle aureole mentre nei panneggi coincide col disegno stesso.

In conclusione, per quanto sin qui detto, pare lecito affermare che il brano di Calatamauro, assai più di opere coeve, presenta caratteri pittorici di indiscutibile livello.

Bibliografia

  • Andaloro M., L’Odigitria di Calatamauro e la soglia della pittura paleologa, in “Federico e la Sicilia. Dalla terra alla corona. Arti figurative e arti suntuarie, 1995, pp. 513-518;
  • Argan G. C., Abbate V., Battisti E., Palermo. Palazzo Abatellis, 1991, pp. 47-48;
  • Delogu R., La galleria nazionale della Sicilia, 1962, p. 24;
  • Demus O., The mosaics of Norman Sicily, 1949, p. 189;
  • Lazarev V., Early Italo-Byzantine Painting in Sicily, in “The Burlington Magazine”, 63, 1933, p. 279;
  • Lazarev V., Storia della pittura bizantina, 1967, p. 284;
  • Pace V., Pittura bizantina nell’Italia meridionale (secoli XI-XIV), in “I Bizantini in Italia”, 1982, p. 490.
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