Tavole

Fra le testimonianze più significative di pittura su tavola di età normanna si citano l’Odighitria proveniente dalla chiesa distrutta di Santa Maria de Latinis – databile al 1171 e conservata al Museo Diocesano di Palermo –, e le due tavolette di iconostasi raffiguranti la Resurrezione di Lazzaro e il Compianto sul Cristo deposto e Anastasis, provenienti dall’abbazia di San Martino delle Scale di Palermo e conservate nella Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo, eseguite tra fine del secolo XII e gli inizi del secolo XIII.

La produzione artistico–figurativa su tavola di età sveva – esemplificata invece dalla monumentali croci dipinte di Mazara del Vallo (prima metà del secolo XIII), di Siracusa (prima metà del secolo XIII) e di Messina (fine secolo XIII) – è frutto di una committenza che, rispetto a quella della corte normanna, si compone di laici e religiosi che non concorrono alla stesura di un programma pittorico finalizzato a una politica federiciana dell’immagine. Essa è, piuttosto, espressione di un linguaggio pittorico frutto di dinamiche mediterraneo–centriche, a volte con accenti squisitamente bizantini, altre con impronte gerosolimitane.