Croce dipinta - Galleria Regionale di Palazzo Abatellis

Galleria Regionale di Palazzo Abatellis - Croce dipinta
  • Soggetto: croce dipinta
  • Materia e tecnica: tempera su tavola
  • Misure: cm 180x140
  • Cronologia: settimo decennio secolo XIII,
  • Collocazione: Galleria Regionale di Palazzo Abatellis - Palermo (Palermo)
  • Provenienza: Monastero della Badia Nuova, gią Museo Pitrč - Palermo

Descrizione

Originariamente allogata nel monastero della Badia Nuova, la croce è pervenuta alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis dal Museo Pitrè. Le estese lacune rilevabili in quasi tutta la superficie del dipinto hanno sostanzialmente risparmiato la figura di Gesù Cristo consentendo di metterla in relazione con analoghe opere conservate in Sicilia e risalenti allo stesso arco di tempo, vale a dire l’ultimo trentennio del XIII secolo.

In tal senso potrà essere utile un raffronto con la croce della cattedrale del Santissimo Salvatore di Mazara del Vallo dove si riscontrano soluzioni formali assai simili: il volto di Gesù Cristo, reclinato su una spalla e carico di pathos, è barbuto alla maniera orientale diffusasi a partire dal XIII secolo; il perizoma è costituito ancora da cintura e drappo di tessuto diverso alla maniera primitiva; le masse muscolari sono ugualmente rilassate eppure delicatamente disegnate; i piedi sono separati, per quanto sovrapposti, secondo il più antico uso bizantino mentre le mani distese presentano la tarda caratteristica del pollice sollevato.

Si tratta evidentemente di elementi che innegabilmente testimoniano la sopravvivenza di un linguaggio figurativo orientale ma la tipologia e l'iconografia della croce, come pure l’avvenuto passaggio dalla raffigurazione di Gesù Cristo da agonizzante a già morto, immettono decisamente in ambito romanico secondo il modello pisano che fu tipico delle croci di Giunta Pisano e della sua cerchia.

Non è pertanto senza giustificazione che la croce della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis è stata autorevolmente attribuita dal Carli al Maestro di Castelfiorentino più che ad un suo discepolo come sostenuto dal Garrison. Questo artista, certamente vicino a Giunta, pur mostrando ancora attaccamento alla sintassi romanica berlinghieriana, seppe mostrare buona personalità per quanto non sempre capace di andare oltre un certo gradevole decorativismo soltanto esteriore.

E’ assai probabile che la croce sia arrivata a Palermo per il tramite della numerosa colonia pisana qui insediatasi e notoriamente legata all'isola da frequenti traffici commerciali.

Bibliografia

  • Belting H., L’arte e il suo pubblico. Funzione e forme delle antiche immagini della Passione, 1986, p. 164;
  • Carli E., Pittura medievale pisana, 1958, p. 43;
  • Delogu R., La Galleria Nazionale della Sicilia, 1962, p. 24;
  • Di Natale M. C., Le croci dipinte in Sicilia, 1992, pp. 8, 10;
  • Garrison E. B., Studies, in “The history of Medieval italian painting”, II, n. 4, 1956, pp. 208-210;
  • Sandberg Vavalà E., La croce dipinta italiana, 1980, pp. 80, 85, 100, 681;
  • Vigni G., Dipinti toscani in Sicilia, in “Scritti in onore di Mario Salmi”, II, 1962, pp. 61-67;
  • Vigni G., L’attività della Soprintendenza alle Gallerie e opere d’arte della Sicilia, in “La Giara”, 1, 1995, p. 195.
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