Tavola - Madonna della Spersa

Museo Diocesano - Tavola - Madonna della Spersa
  • Soggetto: Madonna con Bambino detta Madonna della Spersa
  • Materia e tecnica: tempera su tavola
  • Misure: cm 144X99
  • Cronologia: prima metà secolo XIII
  • Collocazione: Museo Diocesano - Palermo (Palermo)
  • Provenienza: Chiesa di San Nicolò al'Albergheria - Palermo
Museo Diocesano - Tavola - Madonna della Spersa, particolare

Descrizione

Originariamente allocata nella cappella a sinistra del cappellone della Chiesa di San Nicolò all’Albergheria in Palermo, dove rimase fino allo spostamento nella quarta cappella dell’ala sinistra avvenuto intorno al 1725 per consentire i lavori di ammodernamento dell’edificio, la Madonna con Bambino deriva, con tutta probabilità, la sua denominazione di Madonna della Spersa dal fatto che la sua festività ricorreva nell’Ottava dell'Epifania “occorrendo in tal giorno il Vangelo quando il Redentore, in età di dodici anni, si disperse”.

L’attuale frammento ricalca la tradizionale iconografia dell'Odigitria, assai diffuso in Sicilia, apparentandosi per evidenti ragioni stilistiche con l'Odigitria di Monreale, che ne costituisce un precedente di indubbio peso. Sottoposta ad attento restauro che l’ha liberata dalla pesante ridipintura settecentesca, la Madonna della Spersa presenta altri due strati dei quali il più recente riguarda il fondo verde a fiori dorati, la corona con i due angeli che la sostengono e la parte superiore della testa del Bambino con tutto il nimbo di contorno mentre tutte le restanti parti sono da ritenersi originali.

Attualmente, a costituire l’intelaiatura connettiva dell’opera è soprattutto la sua preparazione, particolarmente nel manto dove solo qualche sopravvissuta briciola di colore rosa riesce ancora a suggerire l’originale luminosità, meglio individuabile nel verde della manica destra. Alquanto raro ed insolito, almeno per quanto attiene all’area siciliana, è il supporto sul quale si stende, tramite una preparazione di colla e gesso, la pittura a tempera: uno spesso foglio di pergamena ben visibile particolarmente all’altezza del perduto manto della Madonna.

Soltanto l’osservazione al microscopio è oggi in grado di riconoscere il luminoso fondo oro originario. Per quanto la linea grafica risulti del tutto insolita nel momento in cui sembra attorcigliarsi sulla narice, non c’è dubbio che la tavola vada datata intorno alla metà del XIII secolo ed inserita nel contesto dell’esperienza bizantina prima e normanna poi, maturate in Sicilia nel corso del secolo precedente.

Bibliografia

  • Andaloro M., L’Odigitria della chiesa di San Nicolò all’Albergheria, in “Federico e la Sicilia. Dalla terra alla corona. Arti figurative e arti suntuarie “, 1995, pp. 449-452.
  • IX Mostra di Opere d’arte restaurate, Palermo, 1974, pp. 29-33.
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