L'architettura fortificata
La Sicilia è terra di castelli, come e più di altre regioni d'Italia, d'Europa e del Mediterraneo.
[…] Questa grande concentrazione di castelli medievali trova la sua motivazione nella storia complessa e tormentata della Sicilia. Posta al centro del Mediterraneo, su una cruciale faglia geopolitica, l'isola è sempre stata, anche dal punto di vista storico, una terra ad alta “sismicità”.
L'espansione dell'Islam costrinse l'impero bizantino (di cui l'isola fece parte dal 535) ad innalzare mura e fortilizi contro le scorrerie e quindi (dall'827 al 902) contro l'avanzata conquistatrice dei musulmani. Sotto dominio islamico la Sicilia è tutt'altro che una terra pacificata: i bizantini tentano in diverse occasioni di riconquistarla, ed anche le contese civili in campo islamico (fra vecchi e nuovi immigrati dal dar al-Isliim, fra fatimidi e “ortodossi”) consigliano e a volte rendono necessaria la manutenzione delle vecchie fortificazioni ereditate dalla Sicilia bizantina e la costruzione di nuove.
Un nuovo, grande, terremoto storico sconvolge la Sicilia a partire dal 1061. Un pugno di avventurieri normanni e francesi, cui seguiranno ondate di italiani (fra cui, in particolare, i “lombardi” delle colonie gallo-italiche del Val Demone), strapperanno in trent'anni di guerra la Sicilia al mondo islamico e la porteranno nel solco della storia occidentale.
La conquista impone il controllo del territorio, delle comunità musulmane vinte, delle città occupate; l'introduzione del sistema feudale porta con sé la costruzione di residenze fortificate per i nuovi padroni francesi ed italiani. Al di sopra della feudalità, la monarchia degli Altavilla impone la sua supremazia avocando a sé e mantenendo alcune fra le principali città e fortezze. Sorge così una generazione di castelli normanni che, negli esemplari superstiti (castello di Paternò, castello di Adrano), riproduce ed importa nella grande isola mediterranea il modello continentale e nordico del donjon roman.
[…] La potenza del demanio reale verrà ricostruita e rafforzata da Federico II di Svevia, dopo una lunga fase di turbationes che si apre con la morte, nel 1189, di Guglielmo II. Una grande rivolta nella Sicilia orientale soffocata nel sangue fra 1232 e 1233 fornirà all'imperatore l'occasione per progettare e dar vita ad una nuova, straordinaria, fioritura di architettura fortificata. Castello Ursino a Catania e Castello Maniace a Siracusa sorgono negli anni '30 del XIII secolo e costituiscono un capitolo a sé, del tutto separato dall' esperienza dell'architettura castellana siciliana d'epoca normanna. Giunge e si afferma anche in Sicilia il modello del castrum a pianta quadrata, con cortine turrite, cortile centrale e ali edilizie. È un modello dalle radici antiche, romane e bizantine, che si era conservato soprattutto nel mondo islamico, per rifluire quindi in Europa attraverso la mediazione essenziale dell'esperienza crociata. Su questa tradizione si innesterà, nell'architettura dei castra federiciani in Sicilia, la maestria costruttiva, il rigore matematico dei cistercensi che una celebre fonte cronachistica ci presenta come architetti e maestranze agli ordini di Federico per costruirgli palacia et domus.
(da Vaccaro G., Presentazione, in “Castelli medievali di Sicilia”, Palermo 2001, pp. 20-22. Per gentile concessione del Centro Regionale per l’Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Sicilia)