Inquadramento storico-cronologico e dinastico

Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, detta 'la Martorana' – Palermo (PA), costruita durante il regno di Ruggero I[…] Quando nel 1061 i due condottieri normanni Ruggero e Roberto il Guiscardo d’Altavilla, dai conquistati stanziamenti nel meridione dell’Italia vengono coinvolti nella lotta intestina fra Ibn Al-Hawwas (Belcamet) e Ibn al-Thumna (Betumen), rispettivamente qa'id di Agrigento e di Catania, la Sicilia sta vivendo la difficile coabitazione politico-multiconfessionale (più che multietnica) della consistente minoranza di islamici […] con le inconciliabili maggioranze cristiane di rito occidentale e di rito orientale (romanoi) e con le piccole ma economicamente forti comunità urbane ebraiche. Dal 1061 al 1091 gli Altavilla saranno impegnati nella riconquista della Sicilia alla cristianità.

A riprova della persistenza di una radicata, e per certi versi dottrinaria, società cristiana siciliana sono anche la conclamata tolleranza religiosa di questa e la rapida proliferazione di importanti cenobi basiliani soprattutto in Val Demone, durante la riconquista cristiana capeggiata dai normanni. Peraltro il papato intendeva riaffermarsi nell’isola quale unico referente, a traino delle espansioni territoriali degli Altavilla.

Il 1098 vede il conte Ruggero ottenere dal papa Urbano II l’ambita delega della Legazia Apostolica. In virtù di questo privilegio i successori di Ruggero I (e poi tutti i legittimi eredi della corona di Sicilia) si assicurano il rango di Legato Apostolico, per i propri territori, con pieni poteri su questioni giuridiche, amministrative e soprattutto ecclesiastiche, in sostituzione di quelli pontifici. […] In seguito alla presa di Palermo del 1072, Roberto il Guiscardo tiene per sé l’ex capitale emirale e il Val Demone mentre il fratello Ruggero assicura il diritto di possesso su tutti gli altri territori liberati e su quelli dell’isola ancora sotto il controllo musulmano. In quel momento, era tuttavia ben lungi dai normanni la consapevolezza di aver avviato un processo di formazione di una nuova compagine nazionale. Più tardi, Roberto rinuncerà a qualsiasi pretesa sull’isola mantenendo per sé i possedimenti della Calabria.

Chiesa Cattedrale del Santissimo Salvatore di Cefalù (Palermo): Ruggero II presenziò alla posa della prima pietra Morto Ruggero I nel 1101, la moglie, Contessa Adelasia (della casa dei margravi Aleramidici), governerà in nome del figlio Ruggero II, nato il 22 dicembre 1095, fino al 1112, quando egli potrà finalmente assumere la reggenza della Contea della Sicilia. Nel 1124 ereditava però anche il Ducato di Puglia, essendo morti i diretti discendenti dello zio Roberto il Guiscardo. Quattro anni dopo, il papa Onorio II (1124-1130) sarà costretto a riconoscergli il nuovo dominio. Questo segna l’inizio della lunga ma discontinua stagione imperialista basso medievale dell’isola, assurta al rango di regno indipendente nel 1130, anno in cui Ruggero II assume il titolo di re nella cattedrale di Palermo (25 dicembre). Del 27 luglio 1139 è l’investitura da parte di Innocenzo II del re normanno che, oltre ad essere definitivamente riconosciuto come re di Sicilia, si assicura i titoli di duca di Puglia e di principe di Capua. […] L’avvenuta pacificazione interna assicura quella stabilità politica e quella riorganizzazione amministrativa che permettono a Ruggero II di intraprendere una politica espansionistica, il cui obiettivo è quello di scongiurare lo stato di guerra latente perpetrato dai musulmani di Ifriqiya da un lato e dall’impero di Bisanzio dall’altro. Il dominio dei mari sarà rapidamente assicurato per quanto riguarda le rotte meridionali e occidentali, sia con la creazione di una temibile ed agile forza navale (con il prezioso apporto organizzativo di elementi greco-italici) sia con l’occupazione di gran parte della fascia costiera dell’attuale Tunisia e di alcuni luoghi forti più interni. […] Analogo impeto di conquista verrà rivolto da Ruggero II verso est, con l’imponente flotta comandata dall’ammiraglio Giorgio d’Antiochia (originario dell’omonima località dove si era insediato un ramo della dinastia degli Altavilla) che aveva portato le insegne del regno di Sicilia sulle coste adriatiche dei Balcani, obbligando Bisanzio a penalizzanti trattative di pace. In seguito a queste spedizioni, che fruttano alle forze siculo-normanne bottini eccezionali e possedimenti costieri, l’impero bizantino desisterà definitivamente da una politica di restaurazione della sua autorità in occidente. […] Nel 1185 i normanni di Sicilia occupavano Tessalonica e a Bisanzio veniva ucciso l’ultimo dei Comneni, Andronico I. Era la conclusione di quasi un secolo e mezzo di ostilità fra i normanni e Bisanzio. In un quarto di secolo di regno, Ruggero II pone le basi per la creazione di un’identità nazionale, seguendo un processo che proprio nelle arti, e principalmente nell’architettura, ha una delle sue manifestazioni più organiche. Gli intenti programmatici di Ruggero II nel perseguire una calcolata “politica dell’immagine”, ricordano quelli di precedenti sovrani europei, come i Carolingi e gli Ottoni, artefici di fioriture artistiche caratterizzate dal principio della renovatio imperii.

La tradizionale magnanimità di Ruggero II e dei suoi discendenti permettono in varie scienze e discipline una continuità culturale che si manifesta nell’avanzamento – e in quello che potremmo chiamare l’aggiornamento – delle nozioni e delle conoscenze.

[…] Guglielmo I, detto il Malo, terzo figlio di Ruggero II (l’unico sopravvissuto al padre), regna a partire dal 1154. Alla sua morte, avvenuta il 7 maggio 1166, subentra nel 1171, dopo la reggenza della madre Margherita di Navarra, il figlio Guglielmo II, detto il Buono, che regnerà fino al 1189. Con lui si verificherà un salto di qualità della cultura siculo-normanna che culminerà nell’ultimo decennio della dinastia e che, nella continua messa a punto di un codice architettonico che fungesse da instrumentum regni, amalgamerà le matrici greca, latina e musulmana; ne consegue un’arte che non risulta più come una sintesi fra le tre culture, ma come manifestazione originale nella quale ciascuna componente non è più riconoscibile, pur avendo alimentato le radici del nuovo ordine architettonico.

[…] Dal 1189 al 1194, estinta con Guglielmo II la linea ereditaria maschile del re Ruggero, sale al trono Tancredi di Lecce, figlio naturale di Ruggero duca di Puglia e cugino di Guglielmo II, che negli ultimi due anni regnerà insieme al figlio Ruggero. Dal febbraio al novembre 1194 gli succederà infine Guglielmo III, sotto la reggenza della madre Sibilla; termina tragicamente con lui la dinastia degli Altavilla, travolta dall’occupazione del meridione d'Italia e della Sicilia da parte di Enrico VI di Hohenstaufen già imperatore e re di Germania, figlio di Federico Barbarossa.

Con Enrico VI si coronava l'antico sogno imperiale, di ascendenza ottoniana, di conquista dei territori italiani per la restaurazione di un unico dominio nell'area mediterranea. Prima della campagna contro i feudatari siciliani fedeli agli Altavilla, egli aveva catturato Riccardo Cuordileone, che aveva avanzato pretese dinastiche sul regno di Sicilia, ottenendo in seguito a ciò, oltre ad un cospicuo riscatto, la sottomissione formale del regno d'Inghilterra (fondato nel 1066 da Guglielmo duca di Normandia). Sposato già dal 1186 con Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II, Enrico VI rivendica egli stesso la successione alla corona di Sicilia, detenendola insieme alla moglie dal 1195 al 1197, anno in cui muore a Messina, durante una caccia, lasciando la corona al figlio Federico.

Chiesa cattedrale di Maria Santissima Assunta – Palermo (PA): vi è custodito il sarcofago di Federico IIDopo la reggenza della madre Costanza (1197-1198), il piccolo Federico II di Svevia è affidato, durante la sua minorità, alla tutela del papa Innocenza III. Il disegno normanno di supremazia centro-mediterranea sarà riaffermato proprio da Federico II, per essere poi perseguito, pur con minore incisività, dai primi sovrani della dinastia aragonese, succeduta nel regno di Sicilia al casato d'Angiò, dopo la rivolta del 1282.

[…] Il fascino della cultura islamica sarà determinante nella formazione di Federico II, soprattutto nella fase iniziale, tutta siciliana, del suo regno, caratterizzata da una renovatio della cultura siculo-normanna che precede la svolta germanizzante degli anni Venti del XIII secolo, allorquando comincia a predisporre un piano militare sistematico, essendo fallita ogni forma intimidatoria, per ridurre le enclaves dei musulmani alla precedente condizione di sudditanza giuridica. […] Decide di risolvere una volta e per tutte la questione dell’insurrezione dei musulmani in Sicilia. Con un’armata considerevole assedia Calatasi, Jato; Entella e alla fine riesce ad eliminare Muhamad Ibn ‘Abbad, creatore di un emirato indipendente. Dopo un’ennesima rivolta nel 1243, un’ulteriore contromisura di Federico II si traduce nell’espugnazione definitiva, entro il 1246, di tutti gli insediamenti islamici superstiti con il trasferimento forzato degli ultimi dissidenti musulmani a Lucera. Forse costretto dagli eventi a queste drastiche misure, Federico aveva invece coltivato l’idea di un grande impero mediterraneo e, anche dopo questa guerra civile in Sicilia, aveva continuato a subire il fascino del mondo islamico. I suoi castelli sulla costa ionica, quello di Augusta, di Siracusa (castel Maniace) e di Catania, come quasi tutte le architetture da lui promosse, metabolizzano sistemi costruttivi e codici figurali di decisa impronta gotica con impianti architettonici di chiara provenienza islamica. […] Per altri versi, etimi siculo-normanni affiorano dalla facies gotica degli elementi architettonici, certo sotto la colta regìa o su ispirazione dell’architetto dell’imperatore, Riccardo da Lentini, quasi a voler ricomporre le principali componenti dell’ipotesi sopranazionale federiciana.

(da Eliana Mauro, Ettore Sessa, Introduzione storico-artistica, in Nicola Giuliano Leone, Eliana Mauro, Carla Quartarone, Ettore Sessa, “L’arte siculo-normanna. La cultura islamica nella Sicilia Medievale”, volume “Italia” del Ciclo internazionale di mostre Museo Senza Frontiere “L’Arte islamica nel Mediterraneo”, DiSPA UniPa – OING MSF – Electa, Madrid, 2005, pp. 47-49, 52-54, 58, 62-63)