Castelli imperiali

[…] La maggior parte dei castelli isolani di Federico è stata iniziata dopo il 1229 ed è anche quella che si presenta con maggiori caratteristiche di omogeneità e completezza architettonica. A questa segue il gruppo pugliese più tardo; le ultime opere del regno di Federico II. Il gruppo tipologicamente più omogeneo è quello realizzato a fundamentis nella Sicilia orientale: il castello di Augusta (iniziato nel 1232); castelli di Siracusa e Milazzo (finiti intorno al 1239); il castello Ursino di Catania (iniziato nel 1239). A questi bisogna aggiungere i dongioni della Colombaia (Trapani); di Enna […] oltre agli ampliamenti di castelli del secolo precedente [quali il Castello di Lombardia a Enna, e il Castello di Rometta (ME)].

Catania, Augusta e Siracusa si caratterizzano per l'estrema regolarità della loro pianta quadrata. Si tratta di forme derivate dalla forte tradizione dell'antico castrum romano-bizantino che ancora resisteva nella Sicilia e nell'Italia meridionale nei secoli del primo medioevo. Nel caso delle grandi torri di Enna, Colombaia […] si deve far riferimento invece ai dongioni importati in Italia dai normanni fra l’XI e il XII secolo. La più raffinata realizzazione federiciana nel campo tipologico dei torrioni è senz’altro quella di Enna. È la famosa torre ottagona circondata, a sua volta, da una cinta ottagona e posta su di un colle a dominio del vasto panorama circostante.

Il gruppo dei castelli costieri, pur nell'omogeneità degli elementi fondamentali, presenta diverse caratterizzazioni. Augusta e Milazzo hanno torri angolari quadrilatere, Catania e Siracusa le hanno circolari. Catania, Augusta e Milazzo hanno anche torri rompitratta sui prospetti mentre nel castel Maniace di Siracusa è presente una particolarità del tutto unica. Il suo piano-terra è una vera foresta di sedici pilastri che sorreggevano ventiquattro volte a crociera costolonate mentre del piano superiore (andato distrutto) non sappiamo quasi nulla. A Catania, Augusta e Milazzo si aprono grandi corti interne a cielo aperto. Inoltre ognuno di questi castelli presenta caratteristiche costruttive ed accorgimenti tecnici di tale raffinatezza (si pensi alle condutture d'acqua per rifornire i bagni, ai grandi camini, etc.) da far pensare ad un prevalere delle esigenze residenziali su quelle puramente difensive. A questo bisogna aggiungere lo splendore architettonico dovuto ai materiali impiegati ed alla perfetta esecuzione delle opere che furono dirette, per la gran parte, dal praepositus aedificiorum Riccardo da Lentini. Si è dimenticato spesso che nel regno di Sicilia esisteva un corpo di funzionari regi - i protomaestri - preposti alla realizzazione degli edifici demaniali. Di alcuni di costoro ci sono stati tramandati anche i nomi (Bartolomeo da Foggia e Riccardo da Lentini). Erano gli architetti di stato i cui ruoli esistevano fin dal XII secolo, sotto la dinastia degli Altavilla. Volendo semplificare con drastica sintesi possiamo affermare che alle tipologie tradizionali del regno di Sicilia - il castrum e il donjon - si aggiunse l'apporto della spazialità dell'architettura cistercense che agì da detonatore per la proposta sempre più complessa ed articolata della forma ottagona sino al suo trionfo finale.

(da Santoro R., L’arte della difesa nei castelli siciliani, in “Castelli medievali di Sicilia”, Palermo 2001, pp. 42-57. Per gentile concessione del Centro Regionale per l’Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Sicilia)