Castelli feudali
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[…] Le ragioni della nascita di un vero e proprio castello medievale sono molteplici ma - per la storia dell'Occidente - sono legate soprattutto all'introduzione del sistema sociale della feudalità.
Questo […] in Sicilia avvenne in concomitanza con la creazione della struttura politica della Gran Contea a cavallo fra XI e XII secolo e, successivamente, di quella del regno (1131). Si tratta quindi di una situazione socio-politica complessa nella quale sono obbligate a convivere due strutture politiche spesso in forte ed aperto contrasto fra loro; la monarchia assoluta e la feudalità. Entrambe avevano bisogno di affermarsi anche attraverso la costruzione di strutture castellane ma con finalità diverse e, inoltre, il signore feudale - per costruire il suo castello - doveva farne richiesta al re e riceverne quindi l'autorizzazione formale.
Ma come veniva scelto il sito dove costruire un castello? Qui iniziano le prime differenze fra struttura regia e struttura feudale. Normalmente le grandi città erano tutte demaniali, cioè afferenti alla corona, ma erano anche sedi di quelle categorie sociali che, sopportando i pesanti gravami della tassazione sulle loro attività libere, erano potenzialmente ribelli al presidio regio. Il castello del re posto in una città aveva quindi molteplici funzioni: tenere a bada una popolazione insofferente; difendere la città (nel suo complesso) da attacchi esterni; difendersi da un eventuale attacco proveniente dall'interno della città; ospitare una buona guarnigione di soldati nonché quei funzionari dello stato che - all'interno del castello - dovevano esplicare le loro attività. Per assolvere a tutte queste funzioni il castello regio veniva ubicato nel luogo più elevato del centro abitato e nel sito dal quale poteva funzionare da cerniera fra la cinta muraria della città e la campagna esterna, o il porto.
La distanza tra il manufatto castellano - caratterizzato da un palatium interno e una cinta esterna - e le prime case della città doveva essere pari alla gittata massima della più potente arma da lancio. Ma, spesso, questa distanza veniva raddoppiata costruendo la cinta protettiva alla distanza della prima gittata delle armi del palatium e tenendo sgombra da case la successiva distanza fra la cinta e le case, in ordine alla seconda gittata. Queste diventavano delle distanze di sicurezza organizzate sul concetto che la popolazione (potenziale assalitore) doveva essere tenuta comunque alla distanza e che, in caso d'assedio, se l'attaccante conquistava la cinta questa poteva essere bersagliata dal tiro del palatium. Bisogna tenere conto che in quest'epoca (XI-XII sec.) le tecniche difensive dell'Europa occidentale sono ancora alquanto rozze e grandemente arretrate rispetto a quelle dell'Oriente (impero di Costantinopoli; regno d'Armenia e poi gli stati crociati del Levante) e che, soprattutto grazie agli intensi scambi con questi ultimi, tali tecniche evolveranno più o meno rapidamente ma a partire dal XIII sec. È difficile oggi riscontrare - nei castelli regi siciliani - le (presunte) forme architettoniche originarie dell'XI e XII secolo. […] Forse soltanto il perimetro della fortezza di Enna può restituirci l'idea di una immagine di quel tempo, benché anch'esso fortemente rimaneggiato.
[…] Cosa diversa era l'impianto feudale. La scelta del sito per l'insediamento castellano era dettata da tutt'altro genere di considerazioni. Intanto i feudi erano quasi tutti nei territori interni dell'isola, in zone per la loro gran parte caratterizzate da un'orografia molto mossa. In questo quadro i pochi centri abitati pressoché spopolati e i casali erano separati da distanze rese lunghe da una viabilità primitiva e tortuosa. Molti dei primi castelli feudali siciliani - dall'XI al XIV sec. - presentano una particolarità: quella di andarsi ad impiantare sulla sommità di rocche naturali già caratterizzate dalla presenza di antichi ingrottamenti, grandi o piccoli che fossero. Si tratta di quegli acrocori rupestri già utilizzati dalle popolazioni siciliane come ridotti difensivi contro le scorrerie saracene nei secoli della grande epopea siciliana. L'impianto castellano feudale generalmente si caratterizza per essere ex-novo e se già esiste un centro abitato, sia pur minuscolo, va a collocarsi presso di questo. Altrimenti, insieme al primo embrione del castello - la turris - nasce anche un micro-borgo abitato dai villani che sono stati concessi al padrone feudale: la terra.
Per quanto oggi possa sembrare strano alla nostra sensibilità, questi villani - o terrazzani - che hanno un rapporto di totale servaggio nei riguardi del loro signore, pure si considerano suoi “figli” e si trasformeranno nei primi difensori armati della nascente struttura castellana dell' oppidum feudale. Intanto il sito d'impianto del primo embrione castellano - in proporzione con le possibilità economiche del signore - viene scelto nel punto più alto del sedime prescelto; un acrocoro rupestre, una cresta rocciosa, un colle posto a dominio visivo e di quota, della zona circostante. Se necessario questo elemento naturale sporgente viene ulteriormente elevato gettandovi sopra e tutt'intorno terra di riporto. Nel caso che il terreno non offra completamente questa protuberanza naturale allora la si realizzerà del tutto artificialmente accumulando grandi quantità di terra attorno alle prime strutture murarie che si vanno elevando e che sono quelle destinate a cisterna, silo e prigione. La collina - naturale o artificiale - prenderà il termine latino medievale di mocta e la turris (il dongione) che vi si eleverà sopra sarà, in sostanza, la prima forma di castello feudale. La base della motta verrà recintata, in un primo tempo, con una palizzata di legno identificando così il futuro perimetro della cinta castellana. I villani costruiranno le loro prime misere abitazioni oltre questa palizzata, oppure continueranno a vivere nelle grotte scavate sui fianchi della rupe sulla quale il loro nuovo padrone sta innalzando la sua torre in muratura.
Le concessioni regie per l'elevazione di castelli feudali furono relativamente poche e cessarono quasi del tutto nel periodo federiciano. Le prime fondazioni diedero luogo ad opere edili piuttosto modeste e caratterizzate soprattutto - come già detto dall'elevazione di una torre e di una cinta.
Molte di queste realizzazioni furono sommerse dalle strutture architettoniche di ampliamento realizzate nei secoli successivi. Si può affermare che in questi primi secoli - dall'XI al XIII - l'impianto feudale si caratterizza maggiormente per gli spazi vuoti che vengono recintati piuttosto che per l'entità volumetrica delle costruzioni che vi vengono realizzate a fine abitativo, di officina, di scuderia e di magazzinaggio. Recinzioni che nelle epoche successive verranno fagocitate da edifici. Spazi che verranno colmati dalle abitazioni dei villani del feudo. Tutto l’opposto della castellologia regia.
(da Santoro R., L’arte della difesa nei castelli siciliani, in “Castelli medievali di Sicilia”, Palermo 2001, pp. 42-57. Per gentile concessione del Centro Regionale per l’Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Sicilia)