I restauri

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L’ICCD ha perseguito nel corso degli anni una politica volta alla migliore conservazione degli apparecchi delle proprie collezioni, rivolgendosi dapprima a operatori o ditte specializzate esterni e negli ultimi tempi ricorrendo e valorizzando le competenze in questo campo specifico possedute da alcune unità di personale interno.

Acquisizioni quali l’archivio fotografico Chigi e l’altro Nunes Vais, e facendo arretrare il termine a quo dell’arco cronologico documentato dalla raccolta del GFN rispetto alla nascita dell’istituzione stessa, hanno determinato in non pochi casi l’esigenza di un intervento di restauro per riparare le evidenti usure e garantire la migliore conservazione delle parti in metallo, legno o tessuto più facili a un processo di deperimento.

A partire dagli anni ’90 del ‘900, quindi, l’intero patrimonio di macchine e strumenti fotografici
è stato sottoposto a diversi interventi di restauro, manutenzione e conservazione che si stanno proseguendo regolarmente anche sulle ultime acquisizioni come le attrezzature della collezione Antonelli, costituita di oltre 300 pezzi tra cui diverse campagnole e macchine di grande formato.

Gli interventi sugli apparecchi possono così sintetizzarsi:

  • risarcimento parti mancanti o lesionate;
  • pulizia generale dei corpi macchina e degli obiettivi e in particolare:
  • rimozione a secco dei deposito di polvere con pennelli morbidi con particolare cura alle pieghe dei soffietti;
  • pulitura degli esterni delle strutture lignee con rimozione di depositi stratificati e di colature accidentali;
  • pulitura e lucidatura, ove possibile, delle parti metalliche (bronzo, ottone, ferro, alluminio);
  • revisione di ingranaggi e apparati meccanici;
  • disinfestazione e consolidamento delle strutture lignee.