Il Fondo MPI (Archivio fotografico della Direzione generale antichità e belle arti del Ministero della pubblica istruzione)

L’Archivio fotografico della Direzione generale antichità e belle arti del Ministero della pubblica istruzione venne  congiunto, come da nota ministeriale n.8019 in data 8 settembre 1973, con il Gabinetto fotografico nazionale e con l’Ufficio del catalogo, nuclei di quello che di lì a breve sarebbe diventato il neo costituito Istituto centrale per il catalogo e la documentazione. Il verbale di consegna, datato 22 settembre 1973, non fornisce dati inventariali circa la consistenza del materiale fotografico, il cui passaggio di consegna avviene in forma fiduciaria, mentre viene redatto un elenco dettagliato degli arredi, tra cui 16 schedari e 9 classificatori.

Le carte delle Divisioni della Direzione generale delle antichità e belle arti che nel tempo hanno avuto in carico l’archivio fotografico sono, invece, conservate presso l’Archivio centrale dello Stato Fondo MPI Dir. gen. aa.bb.aa. a cui occorre fare riferimento per la ricostruzione analitica delle vicende storiche dell’archivio.

Dalla prima sistemazione transitoria del Fondo MPI, qualche anno più tardi, nel giugno 1980, veniva assegnata all’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione una sede più idonea rispetto a quella di Porta Portese 1, ovvero presso il complesso monumentale del San Michele comprendente “tutti i corpi di fabbrica intorno al Cortile delle Zitelle, compresi tra via Ripa Grande e via S. Michele”, come viene descritto nell’editoriale dell’Attività dell’Istituto del 1979,  “[…] per i quali era stata predisposta la realizzazione degli speciali solai atti a sostenere il carico dei grandi archiviatori documentari, da prevedere che in tempi non eccessivamente lontani possano essere colà trasferiti gli uffici e laboratori ora siti in via in Miranda e nell’ex [carcere minorile intitolato ad Aristide] Gabelli a piazza di Porta Portese”.

La fisionomia dell’Archivio fotografico testimoniava una precisa natura di fonte documentale per studi e attività finalizzati alla conoscenza e tutela del patrimonio culturale. Quel che oggi conosciamo a proposito della formazione del fondo è che esso, pur nella sua configurazione di organo amministrativo incardinato com’era alla Direzione generale, svolse una funzione culturale di grande rilevanza, come apprendiamo da una nota del  26 marzo 1953 nella quale Antonio Segni, allora ministro del Ministero della pubblica istruzione, descrive l’Archivio “[…] esso, pur nella sua natura di organo amministrativo, è chiamato a svolgere attività culturali di importanza, quali la redazione del Bollettino d’Arte, l’organizzazione degli stessi servizi catalogali delle Soprintendenze, la redazione dei cataloghi scientifici dei Musei […]. Tale archivio è organizzato topograficamente per città, istituti, chiese, sì da poter essere un pronto strumento ai fini della tutela delle opere d’arte, il numero delle fotografie è indubbiamente rilevante (fu calcolato in 150.000) ed in continuo incremento; dal 1948 al 1952 furono immessi ben 17.408 pezzi, Nel suo complesso si tratta di un materiale più adatto a ricerche orientate topograficamente, a catalogazioni, a documentazioni di restauri, di danni di guerra, ecc., che a fini di insegnamento e di studio per epoche, scuole ed autori, anche perché a suo tempo solo parzialmente furono acquistate le fotografie delle grandi ditte commerciali[…]”.

Il fondo MPI - come l’archivio fotografico è stato denominato una volta acquisito dall’ICCD - è costituito da ca. 150.000 stampe fotografiche, ma anche numerosi disegni e stampe ordinati per nuclei tematici, prevalentemente con criterio topografico, riguardanti località italiane e in misura ridotta anche straniere. Il fondo è conservato presso la Fototeca nazionale insieme alle stampe prodotte dai negativi del Gabinetto fotografico nazionale e a quelle riferibili ad acquisizione di nuovi fondi fotografici che sono andati ad arricchire nel corso degli anni un patrimonio fotografico già considerevolmente rilevante.

Il Fondo MPI, in parte ancora conservato nelle buste originarie, è stato recentemente suddiviso in due sezioni principali: fotografie cartonate e fotografie sciolte, queste ultime  contenute in cartelline. In alcuni casi, in seguito a manipolazioni e spostamenti effettuati nel tempo, alcune delle fotografie che compongono il fondo sono confluite in insiemi non pertinenti.

Il riordino, l’inventariazione (già effettuata precedentemente su circa un sesto del fondo) e la catalogazione del Fondo MPI sono ora oggetto di un progetto speciale finalizzato allo studio e all’organizzazione dei materiali in sezioni organicamente descritte. Il progetto, avviato nel luglio 2012, è suddiviso in fasi operative la prima delle quali, tutt’ora in corso, prevede uno studio di fattibilità finalizzato all’individuazione dei criteri generali grazie ai quali procedere al riordino dell’intero fondo, la descrizione delle partizioni che lo compongono e la più esaustiva fruizione al pubblico.